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FITOTERAPIA

Tisana alla malva, rimedio contro la cistite





La tisana alla malva è un rimedio naturale e senza controindicazioni per la tanto odiata cistite. La cistite è una dolorosa infiammazione dell’apparato urinario. Si manifesta soprattutto nei periodi di maggiore caldo, molto frequente nelle donne ma può presentarsi anche negli uomini. E’ più frequente nelle donne semplicemente per un fattore anatomico. La cistite è causata dal contatto dei batteri provenienti dall’intestino con l’apparato genitale.


I primi sintomi della cistite si manifestano con stati dolorosi nel basso ventre, sensazione di fastidio nei genitali, stimolo continuo di urinare, bruciore e dolore durante la minzione e nei casi più estremi presenza di sangue nelle urine. Per prevenire e sconfiggere questa fastidiosa infiammazione, oltre ai classici antibiotici prescritti dal medico, ci sono delle valide alternative naturali. Per esempio, assumere regolarmente bacche di mirtillo rosso aiuta a prevenire la cistite rafforzando le difese della flora genitale. Un altro valido aiuto contro la cistite è la malva. La malva è un’erba officinale e viene utilizzata in medicina omeopatica per curare diversi disturbi. E’ una pianta molto comune, spesso possiamo osservare il suo fiore viola persino nei giardini delle nostre città, in questo caso però è meglio cercarla in erboristeria! La malva, sotto forma di infuso oppure utilizzata come lavanda genitale, previene la cistite e ne riduce notevolmente gli effetti dell’infiammazione in corso. Grazie alle sue proprietà disinfiammanti e lenitive, allevierà i fastidi della cistite nel giro di pochi minuti. in ogni caso, è sempre bene chiedere parere al proprio medico curante.

Ingredienti: per 1 tisana

4gr di fiori di malva 8fresca o essiccata) per una tazza
miele o zucchero di canna integrale per dolcificare

Preparazione

1. Fai bollire in un pentolino i fiori per circa 10 min.
2. Lascia riposare 5 min.
3. Filtra con un colino e dolcifica a piacere. 

Il Rosmarino - Fitoterapia

Il nome deriva dall’unione di due termini greci rops che significa arbusto e myrinos che significa odoroso. I Greci lo consideravano il fiore per eccellenza, a Roma veniva bruciato nei templi prima della scoperta dell’incenso.

La pianta cresce spontaneamente lungo le coste ma può essere coltivato in vasi. Anticamente con del rosmarino polverizzato si confezionavano delle sigarette per calmare gli attacchi d’asma. 
L'olio essenziale è molto usato anche in profumeria entrando nella composizione di numerose lozioni, profumi, linimenti, saponi e collutori. 
Se si vuole utilizzare al meglio sarebbe preferibile utilizzare il rosmarino spontaneo perchè anche se quello coltivato mantiene le sue caratteristiche queste sono maggiori nelle piante allo stato spontaneo. 
Per un'ottima conservazione della pianta essiccata, si consigliano i sacchetti in tela e in carta. 
Principi attivi :


Pinene; 

Orneolo; 

Cineolo;


Canfora. 

Tutti principi attivi altamente disinfettanti. Proprietà :

E’ utile come rinvigorente negli stati depressivi; 
Anticaduta: con frizioni di essenza di rosmarino si può frenare la caduta dei capelli; 
Pinene, borneolo e canfora sono utili nelle infezioni intestinali, ma anche nelle cistiti e nelle cistopieliti; 
L'olio essenziale di rosmarino è un potente antibatterico e fungicida; 
Ottimo come tonico digestivo del fegato; 
Pare sia in grado di bloccare i composti potenzialmente cancerogeni che la carne, cotta a calore elevato e per temperature prolungate, produce riducendoli dal 30 al 100% grazie all’azione delle proprietà ossidanti; 
Ha proprietà astringenti dovute al tannino per cui risulta efficace nei problemi di diarrea. E' efficace nei casi di meteorismo e dei disturbi intestinali in genere; 
E' uno stimolante naturale per aumentare il flusso sanguigno e ristabilizzante della resistenza dei capillari fragili; 
L'infuso di rosmarino è ottimo per il mal di gola; 
L’essenza è utile nella prevenzione delle pediculosi. 

Controindicazioni . 
Non assumere in gravidanza e allattamento. Forma galenica . 
Infuso, tintura , risciacqui, essenza. Infuso di rosmarino contro il mal di testa . 
Far macerare due manciate di foglie di rosmarino in un litro di acqua bollente.
Una volta intiepidito il tutto aggiungere un cucchiaio di miele e filtrare il tutto.
 Bere qualche bicchiere durante gli attacchi di emicrania.


IL LIMONE
limone fa parte della famiglia delle Rutacee, cui appartengono anche arance, mandarini, bergamotti, cedri, pompelmi.
Le varietà principali di limoni sono: 

 Il Femminello, tipico della Sicilia, dal frutto di forma oblunga, la polpa succosa e molti semi. Esiste però anche il Femminello apireno, molto pregiato, poiché è quasi privo di semi; dai Femminelli Santa Teresa provengono i migliori verdelli; 
 Il Monachello, resiste poco alla conservazione ed è utilizzato, principalmente, per la produzione di verdelli; 
L’Interdonato, dal frutto grosso, ma poco succoso, utilizzato per la produzione del primofiore. 

I limoni giungono a maturazione in tre diversi periodi dell’anno, la prima fruttificazione, chiamata invernale o primofiore, giunge a maturazione in Ottobre; la seconda fruttificazione avviene a Marzo (i limoni di questo tipo – conosciuti anche come bianchetti – sono di minor pregio commerciale); nel corso della terza fruttificazione, tra Giugno e Luglio, maturano i limoni verdelli, così chiamati per il colore della buccia, che è particolarmente compatta e aderente alla polpa. 
Il limone è ricco di oli essenziali, il principale dei quali è il limonene, concentrato prevalentemente nella scorza. Gli oli essenziali del limone hanno un elevato potere antibiotico e disinfettante. Applicati sulla pelle, svolgono anche un’azione revulsiva (richiama il sangue in superficie) e per tale motivo risultano utili in caso di reumatismi, inoltre, sono cicatrizzanti. 

Il limone (assieme al pomodoro) è il vegetale con il più alto contenuto di acido citrico, una sostanza essenziale per il ricambio energetico delle cellule. Contiene inoltre citrati di sodio e di potassio, che hanno un notevole potere depurativo.
Dal limone lo scienziato ungherese Albert Szent-Gyorgy riuscì per primo a isolare la vitamina C, di cui il frutto è particolarmente ricco. 
Anche in questo caso, come spesso accade, non è tanto la presenza di questo o di quell’elemento a essere efficace, quanto piuttosto l’armonico contributo di diverse sostanze che interagiscono tra loro (è proprio grazie alla relazione con altre sostanze che la vitamina C contenuta nel limone cura lo scorbuto: la stessa vitamina, ottenuta in laboratorio, risulta inefficace). 

Discreto è l’apporto di vitamine del gruppo B e della vitamina P. Nella scorza si trova un’altissima quantità di flavonoidi. 

 Riduce i livelli di colesterolo e contrasta l’arteriosclerosi: grazie all’azione fluidificante dei citrati di sodio e di potassio, il sangue circola più liberamente nelle arterie e passa facilmente attraverso le pareti dei capillari, apportando alle cellule una maggiore quantità di sostanze nutritive. Se bevuto abitualmente e in quantità significative, il succo di limone aumenta i livelli di colesterolo HDL, il cosiddetto ‘colesterolo buono’ e abbassa il livello di colesterolo LDL, ‘quello cattivo’. Riduce inoltre i livelli di omocisteina messa in relazione con alti rischi d’infarto. 
· Combatte reumatismi, artrite e gotta: il limone contiene oligoelementi che sciolgono i cristalli di acido urico. L’acido citrico, inoltre, ha un effetto depurativo. 
· Allevia i sintomi di mal di gola, raffreddore e influenza: per le loro proprietà antivirali e antibatteriche gli oli essenziali del limone sono efficaci nel contrastare le malattie infettive. Per stroncare un raffreddore sul nascere, ai primi sintomi, quando la gola inizia a pizzicare, si consiglia di mangiare un limone intero, buccia e semi compresi (di produzione biologica); in caso di mal di gola, si consiglia di fare gargarismi con il succo di limone. Se il naso è otturato, instillate alcune gocce di succo di limone direttamente nel naso. 
· Aiuta a digerire i grassi: il limone si è dimostrato utile a chi ha tendenza a formare calcoli alla cistifellea. Uno dei sintomi più frequenti è la difficoltà a digerire i grassi, dovuta alla presenza di piccoli calcoli. A digiuno o lontano dai pasti, bevete il succo di almeno tre limoni nell’arco della giornata. 
· Cura le affezioni della pelle: per le sue proprietà antivirali e antisettiche, il succo di limone favorisce la guarigione in caso di verruche, foruncoli, vescicole, afte, pustole, ferite e piaghe. Si consiglia di mettere sulla zona interessata qualche goccia di limone, due o tre volte il giorno. 
· Disinfetta: in caso di punture d’insetti (zanzare, pulci o altro) strofinate sulla zona interessata una fettina di limone. 
Nello svezzamento: come tutti gli agrumi, il limone può essere introdotto nell’alimentazione del bambino all’ottavo mese. Una o due gocce di questo frutto possono però essere offerte anche nei mesi precedenti, in caso di singhiozzo. Si fa tuttavia eccezione a tali indicazioni se in famiglia vi sono predisposizioni alle allergie: in questi casi per offrire gli agrumi è bene aspettare dopo l’anno, anche qualora il bambino abbia il singhiozzo e comunque, sentire prima il proprio pediatra. 
Grazie alle sue mucillagini, il succo di limone ammorbidisce la pelle e la nutre con gli oligoelementi di cui è ricco. Inoltre, grazie al suo contenuto di vitamina C, di acidi citrico e malico, la tonifica, riduce la secrezione di sebo e mantiene la giusta acidità. 

1. Tonico per pelli grasse: massaggiate il viso due volte il giorno (la mattina e la sera), con un batuffolo di ovatta imbevuto di succo di limone (avendo l’accortezza di evitare gli occhi). Lasciate seccare e poi ripetete l’operazione. Alla fine lavate il viso con acqua fredda. 

2. Maschera per pelli grasse: sbattete un tuorlo d’uovo con due cucchiai di miele liquido, aggiungete due cucchiai di olio extra vergine d’oliva, amalgamate bene aggiungendo – se necessario – altro olio e infine due/tre cucchiai di succo di limone. Ungete il viso con questa crema e lasciatela seccare. Poi, lavatevi con acqua tiepida. 

3. Per ottenere denti bianchi: ogni giorno – per una settimana – affondate i denti in un grosso spicchio di limone (completo di buccia), assicurandovi che penetrino nella polpa e nella parte bianca, quindi passate lo spicchio avanti e indietro per tutta la dentatura. 

4. Per rafforzare le unghie fragili: spremete il succo di due/tre limoni in 50 ml di olio di avocado (si trova in erboristeria), miscelate bene e ogni sera ungete le unghie con questo miscuglio. Per evitare, di macchiare la biancheria, indossate guanti di cotone bianco. 

Il limone deve avere buccia soda, sottile, liscia, senza macchie e di colore brillante. Per verificare che sia fresco controllate che la rosetta a cui è attaccato il picciolo sia di colore verde. Una buccia rugosa e spessa, macchie verdi, deformità, ammaccature e cicatrici, dovute a grandine o ad attacchi di parassiti, sono da considerarsi difetti. Utilizzate limoni maturi, più ricchi di aroma.
Al momento dell’acquisto accertatevi che i frutti non siano trattati in superficie con una sostanza che impedisce lo sviluppo delle muffe, detta ‘difenile’ o ‘bifenile’. Nel corso di esperimenti di laboratorio condotti su animali, il difenile non si è dimostrato nocivo, ma altera il sapore del frutto. Qualora vogliate utilizzare la scorza, soprattutto se a scopi curativi, si consiglia di acquistare limoni non trattati. 

Per conservare i limoni maturi la temperatura ideale è di 0 – 4°C, mentre i limoni verdi possono essere mantenuti a una temperatura di 11 – 14°C. E’ consigliabile, quindi, tenere i limoni maturi in frigorifero, mentre i limoni verdi possono rimanere in un ambiente fresco. 
Attenzione: chi soffre d’irritazione allo stomaco o dei postumi di un’ulcera può risultare insofferente al limone. In questi casi bisogna iniziare ad assumere il limone gradualmente. Alcuni sopportano meglio il succo di mezzo limone diluito in acqua fredda, preso prima dei pasti. Altri preferiscono assumerlo dopo il pasto, disciolto in acqua calda addolcita con un po’ di miele. 
Inoltre, è del tutto priva di fondamento la credenza, piuttosto diffusa, che il limone possa togliere calcio alle ossa (rendendole fragili), al contrario, l’acido citrico contenuto nel frutto favorisce l’assimilazione del calcio da parte dell’intestino. 

È buona abitudine grattugiare un po’ di scorza di limone sulle verdure e sulle insalate, oltre a dare sapore al piatto, la scorza è particolarmente ricca di limonene; è anche possibile sostituire il limone all’aceto di vino nel condire le insalate. Il limone ha un aroma meno aggressivo dell’aceto, si adatta a vivande delicate come pesci, crostacei o verdure di gusto non accentuato. Il succo di limone ha la capacità di ‘cuocere’ le carni, ammorbidendone le fibre e rendendole più digeribili. 

· La scorza grattugiata del limone conferisce un aroma gradevole a dolci, gelati, paste frolle e lievitate, creme, carni e salse (grattugiarne solo la parte gialla e non quella bianca che è amara). 


· Per evitare che i carciofi puliti anneriscano, immergeteli in acqua acidulata con succo di limone. 

· Aggiungete una fettina di scorza di limone al caffè (secondo la tradizione popolare, aiuta la digestione di un pasto ‘pesante’). 


 Per eliminare l’odore del cavolfiore, durante la bollitura, mettete mezzo limone nell’acqua di cottura. 

 Nella preparazione delle marmellate, durante la cottura della frutta, aggiungete succo di limone. Impedisce che le marmellate inacidiscono (nonostante il limone abbia un sapore acidulo).

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